Oracolo di Delfi
L'oracolo di Delfi è un santuario dedicato al dio Apollo proprio della mitologia greca.
Fu Zeus a scegliere la sua localizzazione a Delfi: egli fece volare due aquile attorno alla terra in direzioni opposte, il punto in cui si incontrarono fu Delfi, "il centro del mondo".
Vicino alla fenditura della roccia dalla quale usciva la voce dell'oracolo, si trovava una pietra incava a forma di ombelico (omphalos). In epoca classica l'oracolo viveva in una caverna (Adyton) sotterranea situata sotto il tempio di Apollo.
Prima della decisione di Apollo di fondarvi il suo santuario, sul luogo ne esisteva già un altro consacrato alla Madre Terra (Gea) e custodito da un serpente, secondo altri da un drago.
Nella seconda versione, fu proprio il drago, Pitone, a dare il nome al luogo e Apollo fu costretto ad ucciderlo, per vendicare Leto (sua madre), che il drago aveva tentato di far morire. Da quel momento Apollo assunse anche il nome di Pitio.
Un'altra versione al drago la custodia della fonte di Delfine, un vecchio oracolo, spiegando l'etimologia della parola Delfi, da delphys che significa viscere della terra.
L'oracolo veniva reso da una sacerdotessa di Apollo, Pitia o Pizia, che sedeva su un tripode, simbolo del dio. La sacerdotessa rimaneva in stato ipnotico, ma non si sa a cosa fosse dovuto, forse a vapori provenienti dalla terra. Alcuni racconti la indicano mentre mangia foglie di alloro, la pianta preferita del dio Apollo.
Il declino di Delfi e dell'oracolo quale centro di valori morali e di ricerca dell'integrità , avvenne parallelamente alla decadenza storica della Grecia antica stessa. Lo scontro con la supremazia macedone, l'annientamento delle città greche, l'invasione romana, accompagnata dal saccheggio del santuario nell'86 ad opera di Silla, nonché la moda dell'astrologia, contribuirono alla morte della religione apollinea.
Il motivo del suo stato non è comunque importante, l'unica cosa certa è che le sue parole erano ascoltate col più profondo rispetto e accettate da chiunque vi si recasse.
Le domande da porre all'oracolo venivano consegnate ad un sacerdote, che le portava alla Pitia. La sua risposta veniva trascritta da un altro sacerdote e comunicata a chi aveva posto la domanda. Spesso le sue risposte erano ambigue, come nel caso di quella a Creso, ricco e potente re della Lidia, che volle sapere se doveva o meno fare guerra ai persi.
L'oracolo rispose che se fosse partito per la guerra avrebbe distrutto un grande regno. Creso partì fiducioso, ma venne sconfitto provocando la rovina del proprio regno. Nella maggior parte dei casi l'oracolo esprimeva il punto di vista dell'ordine.
È da notare che l'oracolo riconobbe ufficialmente Dioniso, accogliendolo favorevolmente proprio a Delfi, riconoscendo che la religione di Dioniso era altrettanto necessaria come le altre già esistenti.
Talora le risposte erano categoriche. Quando Cerefone chiese se esistesse un uomo più saggio del suo amico Socrate, la risposta fu <
Anche Eracle si accostò all'oracolo per avere risposta che, sollecitata invano, lo rese furente, tanto da spingerlo ad impadronirsi del tripode sacro della Pitia. Occorse l'intervento di Zeus per porre fine alla disputa tra lui e il dio Apollo stesso.